Scuola di Pittura

Guida Completa ai Medium per la Pittura a Olio

Guida ai medium per la pittura a olio: panoramica completa

Se sei nuovo nella pittura a olio, probabilmente hai già vissuto questa scena: sei in un negozio d’arte, davanti a uno scaffale infinito di bottigliette con etichette misteriose come “olio di lino”, “solvente inodore” o “Liquin”. Panico. “Quale devo prendere? Servono davvero? E cosa diavolo fa l’essenza di lavanda  nei colori a olio?”

Tranquillo, non sei solo. I medium per la pittura a olio sono un po’ come i superpoteri del pittore: ognuno fa qualcosa di diverso, ma capire quale usare può sembrare più complicato che montare un mobile Ikea senza istruzioni. 

Questa guida completa ti spiegherà tutto ciò che c’è da sapere sui medium per la pittura a olio: dai tipi più comuni ai loro utilizzi pratici e vantaggi. Scoprirai come i medium possono trasformare la consistenza, la fluidità, la trasparenza e i tempi di asciugatura dei tuoi colori, aiutandoti a ottenere risultati professionali.

Cosa sono i medium per la pittura a olio?

I medium sono sostanze aggiunte ai colori a olio per modificarne le proprietà naturali. Possono aiutarti a rendere la pittura:

  • Più fluida e facile da stendere.
  • Più trasparente, ideale per tecniche come le velature.
  • Più veloce o più lenta nell’asciugatura, in base alle tue esigenze.
  • Più ricca di texture, perfetta per effetti materici.

Gli Oli siccativi o fissi

Quando si parla di medium per pittura a olio, gli oli siccativi o fissi giocano un ruolo fondamentale. Questi medium appartengono alla categoria delle materie grasse, che costituiscono la base principale delle loro proprietà. La loro caratteristica principale è la capacità di assorbire ossigeno dall’aria, trasformandosi in un tempo variabile in uno strato solido ed elastico. Gli oli più comunemente utilizzati per la macinazione e l’impasto dei colori sono l’olio di lino, l’olio di papavero e l’olio di noce. Sebbene esistano metodi artificiali per migliorarne le caratteristiche, i procedimenti naturali rimangono i più efficaci per preservarne la qualità originaria.

Purificare e chiarificare questi oli in modo naturale significa sfruttare l’azione della luce solare, che facilita l’ossidazione e la decomposizione delle sostanze coloranti presenti. Attraverso questo processo, le parti grasse si combinano con l’ossigeno, aumentando la consistenza dell’olio senza compromettere la fluidità necessaria per l’uso artistico. Al contrario, i metodi artificiali possono conferire un’eccessiva viscosità, rendendo l’olio poco pratico sia per la macinazione che per l’applicazione con il pennello. La chiarificazione naturale si ottiene lasciando l’olio in vasche poco profonde ma ampie, esposte alla luce solare e protette da coperture trasparenti per evitare contaminazioni.

Olio di lino


Tra i medium per pittura a olio, l’olio di lino è il più importante e diffuso. Estratto dai semi del Linum usitatissimum, una pianta erbacea originaria dell’Asia e coltivata anche in Italia, l’olio di lino rappresenta circa il 22% del peso dei semi da cui viene ricavato.

L’olio di lino crudo, noto anche come olio vergine, è il più indicato per la macinazione dei colori, grazie al suo tono giallastro e al profumo gradevole. Una volta chiarificato e purificato naturalmente, acquista una trasparenza e una limpidezza eccellenti, pur mantenendo una leggera tonalità gialla che non altera le tinte chiare, compresi i bianchi. Le sue proprietà grasse rendono l’olio di lino particolarmente adatto a garantire una consistenza equilibrata ai colori, offrendo al contempo un’elevata resistenza al tempo e agli agenti atmosferici.

L’olio di lino cotto, invece, presenta un colore più scuro e un potere essiccativo maggiore, ma risulta poco adatto alla pittura artistica a causa della sua tendenza a resinificare rapidamente. È quindi consigliabile utilizzare esclusivamente l’olio di lino crudo per mescolare i colori.

Lo standolio o Olio di lino pomerizzato

Lo standolio è una versione modificata dell’olio di lino, ispessita attraverso un processo di riscaldamento controllato o esposizione al sole. Questo trattamento lo rende più viscoso e meno incline ad ingiallire rispetto all’olio di lino normale.

Grazie alla sua consistenza densa, lo standolio è ideale per le fasi avanzate della pittura a olio, in cui si desiderano strati più spessi e uniformi. Migliora la fluidità del colore senza compromettere la stabilità del film pittorico e asciuga relativamente in fretta, rendendolo particolarmente utile per dettagli e finiture. Tuttavia, è importante utilizzarlo con parsimonia per evitare problemi di essiccazione irregolare.

Olio di papavero
L’olio di papavero è un’altra opzione popolare tra i medium per pittura a olio. Estratto dai piccoli semi neri del Papaverum somniferum attraverso pressatura, si distingue per la sua trasparenza e per il tono più chiaro rispetto all’olio di lino e a quello di noce. Sebbene sia meno pregiato dell’olio di lino e abbia un potere essiccativo inferiore, la sua limpidezza lo rende ideale per essere miscelato con colori di tonalità chiara o con pigmenti che richiedono tempi di asciugatura più lunghi.

Grazie alla sua fluidità superiore, l’olio di papavero è spesso utilizzato per fluidificare i colori presenti sulla tavolozza ed è particolarmente indicato per il bianco di zinco. Pur non richiedendo trattamenti particolari per la decolorazione, la sua purificazione segue le stesse regole naturali applicate all’olio di lino.

Olio di noce
L’olio di noce, estratto dai frutti della pianta omonima, è un medium caratterizzato da un altissimo rendimento, spesso superiore al 50%. Come l’olio di lino, anche l’olio di noce viene sottoposto a stagionatura naturale sotto l’azione dei raggi solari, per migliorarne le proprietà essiccative e la trasparenza. Questo metodo garantisce un medium di alta qualità, adatto sia per la macinazione dei colori che per il loro utilizzo in pittura.

Olio di cartamo

L’olio di cartamo è un medium chiaro e leggero, spesso utilizzato nella pittura a olio per mescolare colori chiari, come i bianchi e i toni pastello, grazie alla sua tendenza a ingiallire meno rispetto all’olio di lino. Estratto dai semi della pianta di cartamo, questo olio ha una consistenza più fluida, rendendolo ideale per lavori che richiedono trasparenza e delicatezza. Tuttavia, il suo tempo di essiccazione è più lungo rispetto all’olio di lino, il che lo rende meno adatto per tecniche a più strati o lavori che necessitano di una rapida asciugatura. L’olio di cartamo offre una finitura uniforme e stabile, ma è consigliabile utilizzarlo principalmente in combinazione con colori chiari e nelle fasi finali della pittura.

Posso utilizzare gli oli da cucina per la pittura o olio?

Gli oli da cucina come l’olio d’oliva o di mais non sono adatti alla pittura a olio perché non sono oli essiccativi. Sebbene possano essere usati per pulire i pennelli, è essenziale lavarli accuratamente prima di dipingere per evitare contaminazioni nel colore.

Comprendere il ruolo degli oli come medium per pittura a olio può fare la differenza nella qualità e nella durata delle tue opere, garantendo stabilità e bellezza nel tempo.

Utilizzo degli oli come medium per la pittura a olio

Tra i vari tipi di olio disponibili, quello più utilizzato è senza dubbio l’olio di lino, apprezzato per la sua capacità di creare una pellicola forte e stabile una volta asciutto. 

Un potenziale svantaggio dell’olio di lino è il suo effetto di ingiallimento quando il dipinto viene lasciato al buio. Tuttavia, questa tonalità giallastra scompare rapidamente se il dipinto viene esposto alla luce. I dipinti realizzati con olio di lino hanno dimostrato di resistere al tempo, mantenendo un aspetto fresco anche dopo centinaia di anni.

Altri oli utilizzati includono l’olio di cartamo, l’olio di noce e l’olio di papavero. L’olio di cartamo è meno giallo rispetto a quello di lino ed è spesso usato nei bianchi. Tuttavia, la sua pellicola è meno resistente.  Anche l’olio di papavero e l’olio di noce sono molto limpidi, ma entrambi, richiedono tempi di asciugatura molto più lunghi rispetto all’olio di lino e risultano meno stabili a lungo termine.

Preferisco l’olio di lino per la sua velocità di asciugatura equilibrata: abbastanza rapida da consentire la pittura su strati sottili in pochi giorni, ma sufficientemente lenta da permettere sessioni di lavoro prolungate.

L’olio è il medium più semplice e affidabile per la pittura a olio. Dal momento che i colori a olio sono già composti da olio, utilizzarlo come medium garantisce risultati prevedibili senza aggiungere troppi ingredienti che potrebbero alterare la stabilità della pittura. Tuttavia, è importante non esagerare con la quantità di olio: in genere, meno se ne usa, meglio è. Un eccesso di olio può infatti compromettere la stabilità del dipinto a lungo termine, causando movimenti delle molecole e crepe negli strati di colore.

Puoi mescolare l’olio direttamente con i colori sulla tavolozza usando un pennello o una spatola, oppure applicarlo come uno strato sottile direttamente sulla tela. Questa tecnica, chiamata “couch”, rende il colore più facile da stendere e distribuire. Personalmente, preferisco applicare il couch con una spugnetta, utilizzando poi il lato asciutto per assorbire l’eccesso di olio, assicurandomi che lo strato rimanga il più sottile possibile.

L’olio come medium rende la pittura più fluida, permettendo di stenderla in strati sottili e trasparenti. Tuttavia, non trattiene bene le pennellate, quindi è ideale per superfici lisce e texture piatte, come sfondi scuri o aree prive di dettagli.

Oli essenziali o volatili detti anche solventi o diluenti

Le essenze volatili sono sostanze ottenute da piante o anche da oli minerali, come il petrolio, e sono note per il loro odore aromatico e la loro infiammabilità. Queste essenze sono pressoché insolubili in acqua, ma solubili in alcol ed etere, e svolgono un ruolo fondamentale nella pittura a olio, conferendo ai colori una fluidità simile a quella che l’acqua offre nelle tecniche a tempera o ad acquerello. Tuttavia, hanno la tendenza a resinificare e ingiallire a contatto con l’aria, quindi è sempre consigliato un uso moderato di queste sostanze per evitare alterazioni nel tempo.

Essenza di trementina

L’essenza di trementina viene ottenuta distillando le parti resinose di alberi come il pino, l’abete e il larice, con la famosa trementina veneta derivata dal Pinus larix, particolarmente apprezzata in pittura per la sua capacità di diluire e fluidificare i colori a olio. Questo medium è noto per la sua tendenza a resinificare e ingiallire all’aria, fenomeno che richiede un processo di rettificazione, ossia una distillazione ripetuta, per garantirne la qualità. Quando l’essenza è di buona qualità, non lascia tracce dopo l’asciugatura. Un’altra variante, l’acqua ragia, è meno raffinata rispetto alla trementina bidistillata e tende a lasciare residui più evidenti.

Essenza di petrolio

L’essenza di petrolio è ottenuta dalla distillazione del petrolio e deve essere di alta purezza per essere utilizzata in pittura a olio. Ha la caratteristica di essere completamente solubile negli oli, inodore, e non lascia residui visibili. Questa essenza dona ai colori un effetto opaco e evapora rapidamente, favorendo una stesura omogenea e fluida. Tuttavia, può lasciare i colori con una texture leggermente pietrosa o polverosa, un aspetto che alcuni pittori, come Rubens, consideravano una qualità distintiva. Rubens, ad esempio, miscelava trementina veneta con essenza di petrolio, fondendo i due medium a bagnomaria per ottenere una consistenza ideale per la sua pittura.

In generale, le essenze per pittura a olio sono indispensabili per controllare la consistenza e la fluidità dei colori, ma vanno usate con attenzione per non compromettere la durata e la qualità delle opere nel tempo.

Altre essenze meno comuni

Oltre alla trementina e all’essenza di petrolio, esistono altre essenze che possono essere utilizzate nella pittura a olio per ottenere effetti particolari. L’essenza di spigo, ad esempio, è una scelta popolare per i suoi effetti di fluidificazione leggeri e per il suo odore delicato. Viene estratta dai fiori di lavanda spigo ed è ideale per coloro che cercano un medium naturale con un aroma piacevole. L’essenza di rosmarino è un’altra opzione che offre una fluidificazione simile a quella della trementina, ma con il vantaggio di essere più delicata e meno aggressiva. Queste essenze sono meno comuni ma possono essere utilizzate per effetti specifici o per chi preferisce lavorare con medium aromatici naturali.

Solventi inodori per pittura a olio

I solventi inodori sono un’alternativa ideale per i pittori che desiderano evitare i fumi e gli odori forti che caratterizzano i solventi tradizionali come la trementina. Questi solventi, come i minerali o gli spiriti di petrolio privi di odore, sono particolarmente utili in ambienti chiusi o studi di pittura dove la ventilazione potrebbe non essere ottimale. Pur mantenendo la loro capacità di diluire e fluidificare i colori a olio, i solventi inodori riducono il rischio di irritazioni respiratorie e allergiche, offrendo una soluzione più sicura e confortevole. Sebbene possiedano caratteristiche simili ai solventi tradizionali, è importante utilizzare comunque questi prodotti con cautela, poiché anche se inodori, possono essere nocivi se non gestiti correttamente.

Utilizzo dei solventi come medium per la pittura a olio

È possibile utilizzare i solventi come medium nella pittura a olio, poiché aumentano la fluidità, la trasparenza e accelerano i tempi di asciugatura. Molti artisti li impiegano per le prime stesure, in particolare per la pittura alla prima (in un’unica sessione, con la tecnica bagnato su bagnato) e per la pittura en plein air (all’aperto), come nel caso dei paesaggi.

Tuttavia, è importante comprendere che i solventi, essendo in grado di dissolvere la vernice, possono indebolire la forza del film pittorico. Un uso eccessivo di solvente può compromettere la capacità dell’olio di legare correttamente le particelle di pigmento. Per evitare questo, molti pittori, me compreso, aggiungono almeno una piccola quantità di olio di lino al solvente, per garantire che il medium mantenga le sue proprietà adesive e non degradi troppo la qualità della pittura. 

I medium che utilizzo io e la ricetta del medium 50% olio lino e 50% solvente inodore

Utilizzare solo solvente nei primi strati di un dipinto, come nello studio tonale o nell’abbozzo, è una pratica molto utile per diversi motivi. In questa fase iniziale, lo scopo è principalmente quello di stabilire le forme, i valori e la composizione senza preoccuparsi ancora della consistenza o della brillantezza finale. L’uso esclusivo di solvente, come ad esempio il solvente inodore, consente di ottenere una pittura molto fluida, che si stende facilmente sulla superficie senza aggiungere troppa massa al dipinto.

Il solvente, infatti, aiuta a diluire il colore, rendendolo trasparente e leggibile, permettendo di definire velocemente le aree principali senza compromettere la struttura della tela o degli strati sottostanti. Questo approccio è particolarmente utile nell’abbozzo perché permette di tracciare rapidamente le forme e i toni, mantenendo la superficie di lavoro relativamente asciutta e pronta per gli strati successivi.

Inoltre, l’uso di solvente nei primi strati rientra nella regola del “magro”, che implica l’uso di materiali più sottili e meno oleosi nelle prime fasi del dipinto, in modo che gli strati superiori, più grassi e ricchi di olio, possano essere applicati successivamente senza rischio di crepe o sollevamenti. Un altro vantaggio del solvente è che accelera il processo di asciugatura, permettendo di proseguire con più facilità nei giorni seguenti, soprattutto se si lavora in un contesto di pittura a olio “alla prima” o en plein air.

Sempre secondo la regola del “grasso su magro”  ogni strato successivo di vernice deve contenere una percentuale maggiore di olio rispetto allo strato sottostante, in modo che gli strati superiori possano asciugarsi più lentamente e non compromettere quelli inferiori, che potrebbero rimanere umidi e provocare crepe nel tempo.

Per gli strati finali del dipinto, in cui si vuole ottenere una maggiore consistenza e resistenza, è consigliabile utilizzare un medium più grasso.

Personalmente, utilizzo una ricetta semplice ma efficace per il mio medium: una miscela al 50% di olio di lino e 50% di solvente inodore. Per prepararla, basta mescolare i due ingredienti in un contenitore pulito, assicurandosi di mescolarli bene fino a ottenere una soluzione omogenea. Questa miscela ha diversi vantaggi: mantiene una buona fluidità dei colori, accelera il tempo di asciugatura grazie al solvente, ma conserva anche le qualità adesive e protettive dell’olio di lino. È ideale per la pittura alla prima, dove è necessario stendere la base in modo rapido e con una buona trasparenza.

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